Ci vogliono due anni per imparare a parlare e cinquanta per imparare a tacere. Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. Tacere non significa che io non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.
Da ragazzo lessi quest’antica leggenda giapponese di un samurai che un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli cosa fosse il paradiso e l’inferno. Il monaco, però, replicò con disprezzo: “Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!”.
Sentendosi attaccato nel suo onore, il samurai si infuriò e sguainata la spada gridò: “Potrei ucciderti per la tua impertinenza”.
“Ecco” replicò con calma il monaco “questo è l’inferno.”Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai si calmò, ringuainò la spada e si inchinò, ringraziando il monaco per la lezione. “Ecco” disse allora il maestro Zen “questo è il paradiso.”
È solo quando riesci a dominare le tue emozioni, ad evitare discussioni inutili, che mostri la tua intelligenza e la tua saggezza. Questa è quel genere di filosofia che non è nata per essere insegnata, ma per essere praticata.
Luciano De Crescenzo