Il mobbing è un fenomeno sociale in grado di causare danni anche gravi alla salute e al l’organismo dei lavoratori, e perdite economiche alle aziende.Secondo la teoria di Heinz Leymann, il mobbing è una forma di terrorismo psicologico sul luogo di lavoro, responsabile di patologie per chi lo subisce. Implica conseguenze, soprattutto sulla sfera neuropsichiatra, di chi è esposto ad un comportamento ostile protratto nel tempo, da parte dei superiori e dei vicini di scrivania.
Terrore psicologico, violenze verbali. Astuti boicottaggi, da parte del capo, sono considerate diaboliche e sottili aggressioni nei luoghi di lavoro.
In Italia non c’è ancora una cultura in grado di identificare chiaramente questo fenomeno: cattiverie, pettegolezzi, vere e proprie malvagità di capi e colleghi sono ritenute regole del gioco, sdrammatizzati da parenti e amici a cui vengono raccontati. Così l’individuo si ribella quando ormai è troppo tardi e il danno è fatto. Perché si tratta di veri e propri attentati alla salute.
All’inizio la vittima non mette in relazione il fastidioso mal di testa, la difficoltà di digestione, gli improvvisi problemi d’insonnia con lo stillicidio quotidiano di rimproveri gratuiti, diffidenze, maldicenze perpetrati ai suoi danni da colleghi invidiosi, capi timorosi di venire scavalcati o aziende che vogliono indurre il lavoratore alle dimissioni.
Fondamentale è quindi riconoscere in tempo l’azione aggressiva e non accettarla passivamente, perché sei mesi di mobbing continuato sono sufficienti, secondo gli standard svedesi, per generare danni al l’organismo. Attacchi di panico, ansia generalizzata, insonnia, depressione, perdita di memoria sono le sindromi più frequenti a livello psichico.
I disturbi psicosomatici su cui il disagio viene scaricato sono numerosi e diversi: gastrite, bruciori di stomaco, ulcera, cefalea, tachicardia, dermatosi, mal di schiena.
Non tutti reagiscono allo stesso modo alla stessa quantità di stress: c’è chi, ipersensibile ai propri diritti, va velocemente in tilt, chi invece possiede anticorpi psicologici per cui è in grado di neutralizzare per più tempo gli effetti dannosi sull’organismo.
All’origine c’è spesso un conflitto concernente l’organizzazione del lavoro che non è stato gestito in modo appropriato ed è diventato un conflitto personale.
La prima cosa da fare in caso di mobbing è imparare a riconoscerlo prima che sia troppo tardi.
Ecco alcune situazioni sospette da non sottovalutare.
Quando entrate in una stanza la conversazione generale di colpo si interrompe.
Venite tagliati fuori da notizie e comunicazioni importanti per il lavoro.
Girano pettegolezzi infondati sul vostro conto.
Vi rimproverano eccessivamente per delle piccolezze.
Non viene data alcuna risposta a vostre richieste verbali o scritte.
Tutte le vostre proposte di lavoro vengono rifiutate.
Non vi affidano incarichi.
Renato Gilioli,(neuropsichiatra) sostiene che “il mobbing colpisce le persone più creative e quelle che amano di più il loro lavoro.”
Chi è il mobber?
Una figura di capo frustrato (scarica problemi privati sugli altri; l’istigatore (sempre alla ricerca di nuove cattiverie); il megalomane (ha una visione distorta di se stesso); il narcisista (psicotico senza sintomi, che trova il suo equilibrio scaricando su un altro il dolore che non sono capaci di sentire).
Chi potrebbe subire il mobbing?
Il distratto (non si accorge di quello che sta succedendo); il presuntuoso ( si sopravvaluta); il passivo (troppo sensibile); il buontempone (rischia di diventare il buffone del gruppo); il pauroso (ha timore di tutto e di tutti).
Non esiste una legge che indica con chiarezza misure di responsabilità per prevenire la persecuzione sui luoghi di lavoro.
Come fare, se si è presi di mira, a liberarsi dalla morsa dell’aggressore, dal suo continuo attacco diretto o trasversale alla salute?
L’agenziadellavoropuntocom ha una equipe di volontari che provengono dal mondo sindacale, medici del lavoro, psicologi, professionisti, in grado di capire la situazione di pericolo della vittima.
Ha attivato uno sportello contro gli abusi nei posti di lavoro che offre la consulenza di di uno psicologo e di un avvocato.
Oltre a colloqui e psicoterapie individuali, un appoggio concreto può essere dato dai gruppi di autoaiuto fra mobbizzati.